Così racconta Luana: “Alcuni anni fa abbiamo incontrato una barca arenatasi nella sabbia alla foce del fiume Maggia. A bordo c’erano ragazzi diversamente abili con alcuni accompagnatori. Abbiamo lanciato loro una cima per trainarli, invitandoli a spostarsi tutti da un lato per inclinare la barca e disincagliare la chiglia dal fondale. Al nostro “tutti a sinistra !” fu il caos: ognuno andava dove voleva ridendo sonoramente, e la barca non si spostava di un centimetro. Quando l’ordine fu aiutato con un gesto della mano, tutti si spostarono dalla parte indicata. Ci è rimasta impressa la felicità (grida e salti di gioia) dei ragazzi quando finalmente la loro barca veniva liberata dal basso fondale. Così è nata l’idea di acquistare una barca a vela che permettesse di ospitare persone svantaggiate per condividere con loro momenti di libertà e di integrazione, nell’obiettivo di stimolare, attraverso la vita a bordo, la sensibilità e le capacità individuali di tutti i partecipanti.” |
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